Piazzetta Verdi
Piazzetta Verdi si trova tra via Trieste e via del Pino, dietro al Teatro Sociale

Giuseppe Fortunino Francesco Verdi nacque il 10 ottobre 1813 a Roncole, frazione di Busseto. A otto anni cominciò ad imparare le note musicali su una “miserabile spinetta”. Intanto frequentava la chiesa del paesello e ascoltava rapito quel miracoloso strumento che era l'organo. A dodici anni ebbe la fortuna di sostituire il suo vecchio maestro organista. Un negoziante di Busseto e direttore della locale società filarmonica, Antonio Barezzi, divenne suo mecenate e protettore, insieme con il maestro dei filarmonici, Ferdinando Provesi, e lo aiutò a proseguire gli studi a Milano con una borsa di studio. Nel 1833, alla morte di Provesi, per obbligo contrattuale legato alla borsa di studio, dovette prendere il suo posto come direttore.
A ventitre anni sposò Margherita Barezzi, dalla quale ebbe due figli.
Scaduto il termine dei tre anni, tornò a Milano con la famiglia, portando con sé il manoscritto della prima opera “Oberto conte di San Bonifacio”; con l'aiuto dell'impresario Merelli, riuscì a farlo rappresentare alla Scala con buon successo (14 repliche).
Nei tre anni successivi morirono i due figli, la moglie e la madre. Tornò a Busseto completamente annientato. Fu ancora Merelli a riproporgli un libretto di soggetto biblico, il “Nabucco” che il 9 marzo 1842 alla Scala riscosse un successo memorabile e gli aprì la strada del successo: Giuseppe Verdi divenne il maggior compositore del melodramma italiano. Per quasi dieci anni scrisse mediamente un'opera all'anno, creazioni spesso di successo, ma composte su commissione, con ritmi di lavoro talvolta massacranti, e non sempre sorrette da ispirazione genuina. Verdi definì questo periodo della sua vita “gli anni di galera”.
Parecchie opere nacquero nei pressi di Busseto, a villa Sant'Agata, acquistata nel 1849, dove il maestro, contadino tra i contadini, amava rifugiarsi, lontano dai clamori e dalla vita mondana.
Nel 1855, Napoleone III, alleato dell'Italia di Cavour, lo invitò a rappresentare “I Vespri Siciliani” a Parigi, in occasione dell'esposizione universale.
Nel 1859 Busseto delegò Verdi per votare l'annessione al Piemonte e nel 1861 fu, quasi a forza, membro del primo Parlamento italiano.
Giuseppe Verdi morì a Milano il 27 gennaio 1901


 

 

F.lli Bandiera