Via dei Mille
La via che da Via Clemente Lequio, costeggiando i giardini De Amicis giunge fino al ponte sul torrente Lemina verso Via San Michele, è stata intitolata al ricordo dell'impresa di Giuseppe Garibaldi e dei suoi Mille volontari nel 1860.

Nella primavera del 1860 la Sicilia era in piena sollevazione per ottenere l'autonomia da Napoli; due esuli siciliani, Francesco Crispi e Rosolino Pilo, di idee mazziniane, rientrati nell'isola (dopo aver subito un periodo di confino) giudicarono la situazione matura per riaccendere al Sud la lotta per l'indipendenza e chiesero l'intervento di Giuseppe Garibaldi.
Tra il primo e il 4 maggio 1860 oltre mille volontari si raccolsero presso Quarto , alla periferia di Genova. La sera del cinque poche decine di uomini, guidati da Nino Bixio, si impadronirono di due navi della compagnia Rubattino , grazie alla collaborazione di Gianbattista Fauchè, procuratore della compagnia Rubattino, che fu poi licenziato per questo suo gesto.
La mattina del sei maggio le due navi, Il Piemonte e il Lombardo, partirono. Esse fecero tappa a Talamone dove Garibaldi, valendosi del grado di generale dell'esercito piemontese, riuscì a farsi consegnare una certa quantità di munizioni e di armi.
Gli uomini che si erano imbarcati provenivano dalla Lombardia, dalla Liguria, dal Veneto; erano in gran parte giovani, studenti e popolani, ma anche veterani delle campagne del 1848 o dei Cacciatori delle Alpi.
La sera prima dello sbarco Garibaldi scelse il punto adatto, decidendo di dirigersi su Marsala, nel cui porto i due piroscafi entrarono l'11 maggio verso mezzogiorno, mentre due navi da guerra borboniche sopraggiungevano. La presenza di due navi inglesi rese possibile lo sbarco e ritardò il fuoco dei borbonici. Iniziava così la spedizione destinata a stupire il mondo come uno dei rari esempi in cui un piccolo gruppo di uomini riescono ad abbattere un regime tirannico, ricco di risorse militari e poliziesche.


 

 

F.lli Bandiera