Via Jacopo Bernardi
La strada che da Viale Gabotto giunge fino a Via Jacobino Longo costeggiando l'antico convento di Santa Chiara, ora Casa di Riposo Jacopo Bernardi, è intitolata proprio a questo Abate, letterato, studioso, patriota, educatore e filantropo.

Jacopo Bernardi, nato a Follina (Treviso) il 18 dicembre 1813, studiò nel Seminario di Ceneda (Vittorio Veneto), venne ordinato prete nel 1836 e l'anno successivo si laureò in filosofia presso l'Università di Padova. Insegnò materie letterarie e filosofia in seminario mentre proseguiva gli studi teologici che concluse nel 1840. Animato da numerosi interessi culturali e sensibile alle idee liberali nella prospettiva che vedeva conciliabile la chiesa con il mondo moderno e le riforme sociali, nel 1844, diventò socio dell'ateneo veneto. Strinse relazioni con molti intellettuali dell'epoca e in particolare con Nicolò Tommaseo (letterato, filosofo e pedagogista), mantenne contatti epistorali con Silvio Pellico, Alessandro Manzoni, Cesare Balbo, Massimo d'Azeglio, Gino Capponi.
Durante il periodo della repubblica insegnò, su incarico del Tommaseo, in un liceo veneziano prendendo parte alle vicende politiche in adesione alle speranze risorgimentali e, quindi, in opposizione all'Austria.
Dopo la restaurazione del governo straniero, nel 1849, dovette rinunciare all'insegnamento e andare in esilio: trovò rifugio prima presso la propria famiglia, quindi in Toscana, a Genova e poi in Piemonte dove, a Torino, frequentò il conte Federico Sclopis e offrì la sua collaborazione alla Piccola Casa della Divina Provvidenza del Cottolengo .
Nel 1851 venne accolto con grande disponibilità a Pinerolo dal Vescovo Renaldi ed in breve tempo assunse un ruolo attivo nella vita cittadina.
Le doti intellettuali e l'impegno nelle opere sociali lo fecero apprezzare anche oltre il pinerolese: venne chiamato alla corte torinese in qualità di sacerdote e educatore e consultato per le questioni ecclesiastiche che impegnavano i politici all'epoca; più volte svolse un ruolo di mediazione sui problemi dei rapporti tra Stato e Chiesa.
Cambiata totalmente la situazione politica nella sua terra natale, nel 1877, lasciò Pinerolo e tornò a Venezia dove si dedicò a molteplici iniziative continuando a scrivere di argomenti letterari, storici e religiosi.
Nel 1895 lasciò i suoi incarichi per motivi di salute ritirandosi a Follina dove la morte lo colse il 9 ottobre 1897.


 

 

F.lli Bandiera