DICHIARAZIONE DI CARLO FELICE DA MODENA (16 MARZO 1821)

Carlo Felice, "in virtù dell'atto di abdicazione alla Corona" emanato il 13 marzo da Vittorio Emanuele I, dichiarava di aver assunto "l'esercizio di tutta l'autorità e di tutto il potere Reale ..."ed affermava esplicitamente: "ben lungi dall'acconsentire a qualunque cambiamento nella forma di Governo preesistente alla detta abdicazione del Re nostro amatissimo Fratello, considereremo sempre come ribelli tutti coloro de' Reali sudditi i quali avranno aderito o aderiranno ai sediziosi, od i quali si saranno arrogati, o si arrogheranno di proclamare una Costituzione, oppure di commettere qualunque altra innovazione portante offesa alla pienezza della Reale Autorità e dichiariamo nullo qualunque atto di Sovrana competenza che possa essere stato fatto o farsi ancora dopo la detta abdicazione del re Nostro amatissimo Fratello, e quando non emani da Noi, o non sia da Noi sanzionato espressamente ..."
Invitava "tutti i Reali Sudditi, o appartenenti all'armata o di qualunque altra classe essi siano, che si sono conservati fedeli, a perseverare in questi loro sentimenti di fedeltà, ad opporsi attivamente al piccol numero de' ribelli, ed a stare pronti ad ubbidire a qualunque Nostro comando o chiamata per ristabilire l'ordine legittimo, mentre Noi metteremo tutto in opera per portar loro pronto soccorso ..."
Confidando nella "grazia ed assistenza di Dio" e nell'aiuto degli Augusti Alleati auspicava di poter "ristabilire l'ordine e la tranquillità" in breve tempo.

(Documento riportato in STORIA DELLA RIVOLUZIONE PIEMONTESE DEL 1821 DEL CONTE SANTORRE DI SANTAROSA
Versione eseguita sulla 3^ edizione francese - Torino presso tutti i librai - 1850)