UNA TESTIMONIANZA SULLE CINQUE GIORNATE DI MILANO

E la ribellione scoppiava; e contro ogni suo intento vedevasi correre a volo per la città il tricolore cisalpino. A quella vista le guardie austriache restavano immote e stupefatte. Se un uomo metteva il capo a una finestra, il popolo gridava che il posto degli uomini era nella strada; i giovani uscivano d'ogni parte con pistole sciabole e bastoni
Radetzky circondò la sera da due parti il palazzo municipale; fece sfondare le porte a cannonate ma la risolutezza e l'audacia che fin dal primo istante mostrarono i combattenti fecero credere al nemico che una mano forte e sapiente governasse ogni loro moto impauriti dal suono a martello che sommoveva tutta la città gli austriaci si turbarono la mente, obliarono ogni più opportuno provedimento Il vecchio Radetzky si salvò con vil fuga in castello, dimenticando nel suo palazzo perfino il suo farsetto e quella sua spada ch'egli millantava da sessanta cinque anni irresistibilmente vittoriosa.

(da "Dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra".)