JACOPO BERNARDI POETA

A Venezia, nel 1867 venne pubblicata una Raccolta di poesie per "dare testimonianza di stima e di affetto" all'Abate Jacopo Bernardi, definito "sommo italiano" poiché si riconosceva in lui un "ardente patriota, saggio sacerdote, illustre letterato, che durante il lungo e volonteroso esilio dalla terra natia, volle addimostrare quanto in lui fosse grande l'amore di patria, rendendosi utile, quante volte ne fu chiesto, a quei molti suoi concittadini, esuli come lui, così da meritare il soave appellativo di angelo tutelare, buon papà della Veneta emigrazione". Si vollero raccogliere così "molte di quelle bellissime poesie, ch'Egli di tratto in tratto veniva pubblicando a consolazione del suo cuore estremamente trambasciato, perché di troppo tardasse la liberazione dallo straniero, della sua povera Venezia."

L'Ode, diretta al Prof. Silorata, "amico carissimo" il 18 dicembre 1862, "... nei giorni, in cui tutto il mondo cristiano ricorda solennemente la venuta di Cristo per dare alle umane genti la pace desiderata..." era appunto intitolata "La pace":
L'autore iniziava il componimento con un'accorata domanda:

O pace, o pace, universal sospiro,
Che la Terra ed il Cielo orni e sereni,
Te invoca ogn'alma: e dal celeste empiro
Perché non vieni?
...
Ove l'odio, l'invidia, il piacer folle
Hanno dimora così larga e indegna,
Ove il vizio sì ardito il capo estolle,
Pace non regna.

...
Gli ideali di libertà e uguaglianza del patriota si accompagnavano alla fede religiosa del sacerdote che in Dio trovava ogni assicurazione con la forza della preghiera e della speranza:
...
La virtù regnerà dell'alma Croce
Che nel suo sangue ogni livor cancella,
E splenderà sul mondo, un dì feroce,
Fulgida e bella.
E d'una lingua e d'un affetto insieme
Strette saran le genti in ugual patto:
Solo una gloria avran, sola una speme,
Un sol riscatto.
D'ogni intelletto verità regina,
E d'ogni onesto cor fedele amica,
E presi e vinti alla beltà divina
E nova e antica.
Fatto raggiante di giustizia il Sole,
Né più gli umani a schiavitù ridutti,
Tutti fratelli innanzi a Lui che vuole
Liberi tutti

...
Il patriota non poteva non celebrare il 7 novembre 1866, "dì memorando del trionfale ingresso del Re d'Italia, Vittorio Emanuele II, in Venezia quando anche su questa amata città si vide sventolare securo dalle superbe antenne il vessillo a tre colori che fa l'Italia in suo pensiero unita e muover lontano il piede lo straniero padrone."
Anche in questa occasione l'autore parlava di pace e di sentimenti religiosi:
...
Congiunta anche Vinegia, insieme tutta
Italia sorga e viva:
Viva, ma bando agli odi, all'ire cieche
Delle misere parti, all'esecrato
Lor vanto, ed alle bieche
Vendette, onde fu a morte ognor condutta
Da chi fece di lei turpe mercato,

Viva; ma fortemente a Dio ritorni
L'affetto ed il pensiero,
E si ritempri in Lui, che solo è grande,
E che di sua virtù nell'uman core
Il vivo raggio spande

...

(Poesie tratte da :
Jacopo Bernardi, RACCOLTA DI POESIE
Stabilimento Nazionale di Giuseppe Grimaldo, Venezia, 1867
Biblioteca Civica C.Alliaudi Pinerolo)

 


 

 

F.lli Bandiera