L'ABATE JACOPO BERNARDI PEDAGOGISTA E FILANTROPO

Jacopo Bernardi, fin dagli anni giovanili, aveva preso coscienza del fatto che il miglioramento delle condizioni delle classi popolari non era possibile se non attraverso mirate azioni educative e assistenziali.

Dedicò a educatori e maestri un volumetto sul metodo educativo di Vittorino da Feltre (1856) sottolineando l'attenzione del pedagogista all'acquisizione ordinata e precisa non solo di nozioni, ma soprattutto di abitudine al ragionamento; riteneva però necessario introdurre delle innovazioni per rispondere in modo adeguato alle esigenze dei tempi nuovi; in particolare si riferiva alla lingua nazionale da privilegiare rispetto a quella latina e greca ; infatti scriveva: "Le generazioni avanzano, ed è mestieri avanzare con esse Grandi questioni sociali addimandano una speciale educazione di coloro che dovranno appresso accingersi a discuterle e scioglierle..." Era uomo di progresso e voleva che l'istruzione fosse data a tutti fin dai primi anni di età; si adoperò per la diffusione dei giardini d'infanzia e collaborò con Ferrante Aporti.

La sua attenzione alle problematiche sociali del tempo si dimostra, ad esempio, nell'impegno per la fondazione del Ricovero di Mendicità (che oggi accoglie la casa di riposo che porta il suo nome) e, a Torino, nella collaborazione alla fondazione dell'Istituto per le figlie dei militari mutilati o caduti in guerra.
Presidente del Consiglio Direttivo del Ricovero di Mendicità, tenne il discorso inaugurale (15 marzo 1863):
"... Il ricovero da tre mesi è aperto: a quarantatrè tocca il numero di coloro che dalla città e dal circondario tutto furono ricoverati tolti al vagabondare per le vie, all'offrire misero spettacolo di se nelle vesti, nei modi, negli atti e nel far pompa spesso, e nel condurre per fermo dolorosamente in giro le sconce deformità della persona e le compassionevoli malattie, come più capaci d'intenerire gli animi altrui a trarne maggior larghezza di elemosine ...". L'intento non era quello di "formare del Ricovero un carcere, ma una famiglia, di convincere i ricoverati che si voleva intervenire per il rinvigorimento delle loro forze, il prolungamento meno penoso della loro esistenza, la guarigione morale e fisica dei loro mali, e la riabilitazione loro in faccia alla umana dignità e al lavoro."
Per l'Abate Bernardi l'assistenza era da intendersi non come carità- elemosina, monopolio di tipo confessionale, ma come un intervento di politica sociale.

 


 

 

F.lli Bandiera